UNIONE SARDA del 26 Novembre 2013
I ricordi del paracadutista che ha combattuto a El Alamein
«Io, reduce di guerra»
Ortu: gli studenti mi chiedono aiuto per le loro tesine
GUASILA Giuseppe Ortu, classe 1919, memoria di ferro e tante storie da raccontare, è l'unico reduce della battaglia di El Alamain rimasto in Trexenta.
Seconda guerra mondiale, il deserto africano teatro degli scontri tra le truppe italo-tedesche e l'armata britannica. «Mangiavamo pietre e lenticchie», racconta l'ex paracadutista Ortu. I ragazzi di Guasila spesso vanno a trovarlo a casa e lo ascoltano incuriositi. «Gli studenti mi chiedono aiuto per preparare tesine per la scuola, a me fa piacere parlare con loro. Quando ero ragazzo credevo che la guerra fosse non solo giusta, ma anche doverosa. I giovani non devono fare questo tragico errore, devono ragionare con la loro testa e non ascoltare i mentitori di professione», dice Ortu. Ce l'ha con la classe politica di questo e del secolo scorso? «Ce l'ho con chiunque provochi disastri e sofferenza, adesso come settant'anni fa. Avevo 22 anni quando sono andato a combattere insieme ai miei compagni della Folgore, quinto battaglione. I nostri nemici erano tali perché così c'era stato detto».
Tra i tanti ricordi di paura e disperazione c'è anche spazio per un aneddoto a suo modo divertente. «Nel deserto non sapevamo a quale distanza si trovavano i nostri nemici, ovviamente era così anche per loro. Gli inglesi mandavano i cammelli in avanscoperta, noi li catturavamo per cucinarli. Gli inglesi temevano ci fossero mine nel terreno. Noi intanto mangiavamo carne, sempre meglio di pietre e lenticchie», racconta, con un sorriso, Giuseppe Ortu.
Severino Sirigu
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